Quella domenica, entrato nella cappella, Tacuma si avvio' deciso e pensieroso, verso l'altare per celebrare la Santa messa.
Prese la parola osservando i presenti
Carissimi fratelli mi preme quest'oggi affrontare un problema che sento da molto. Il senso dell'amicizia che ognuno di noi deve portare nel cuore.
A tal proposito vi leggero' un breve tratto preso dalla vita dei santi, e nello specifico dalla vita del Santo Giorgio.
Poggio' il Libro sul leggio e, apertolo, inizio' a leggere
- Allora, un’anziana donna, con lo sguardo duro e la volontà di ferro, avanzò verso lui e gli chiese:
“E tu, straniero, sei venuto in amicizia? Poiché questa è la città
degli uomini e delle donne la cui parola è di miele ma i cui atti sono
come il veleno. Vivono su montagne d'oro, e non desiderano altro che di
innalzarsi ancora di più nella loro folle ricerca di bottini. La vita
dei loro simili importa loro poco, tanto li divora la loro sete di
tesori.”
“Lo so”, rispose l'uomo.
“È per questo che vengo a voi. La ricchezza dell’anima non può essere
uguagliata dalle ricchezze di questo mondo infimo. Porteranno le loro
montagne d'oro nell'altra vita?.... Che le ricchezze
materiali siano vostre, poiché Dio, per amore dei Suoi figli, ne ci ha
fatto dono. Ma non dimentichiamo mai che non c’è tesoro più bello
dell'amicizia.”
E, cari fratelli e' proprio questa amicizia , che inizia allorche' ci battezziamo ed entriamo nella comunita' degli aristotelici, che deve guidarci.
Questa amicizia che, se ispira i nostri pensieri, fa di noi fedeli giusti e capaci di portare tra le genti la parola del Signore.
Questa amicizia che spesso dimentichiamo, per rincorrere beni terreni, effimeri e fugaci, allontanandoci dal vivere
aristotelico, dimenticando che essa e' per l'appunto un dono del nostro Signore.
Si interruppe guardando la platea, sperando che le sue parole giungessero ai cuori di ogni presente.
Prego perche' l'Altissimo continui a guidarci , a correggere i nostri errori e perdonare le nostre mancanze, affinche' possiamo lavorare servendolo come e' nostro dovere.
Amen.
Scese dal pulpito e si diresse verso la sagrestia per posare i sacri paramenti.