Padre Heldor Padre Generale
Numero di messaggi : 585 Data d'iscrizione : 14.04.09 Età : 45
| Titolo: Messa del 20 dicembre 1457 Lun Dic 21, 2009 2:13 am | |
| Padre Tebaldo si arrampicò sul pulpito, cme non faceva da tempo in quel monastero che considerava la sua residenza principale... Si guardò attorno e sorrise ai suoi confratelli e consorelle... Era quasi la festa di Santo Natale ed entro pochi giorni si sarebbero anche festeggiati i natali di Aristotele e di Christos... Il suo animo era leggero e felice in quei giorni, anche per la notizia che presto, se l'Altissimo avesse aiutato la loro impresa, l'Ordine sarebbe stato riconosciuto e sarebbe stata concessa l'abbazia... Era una flebile speranza, ma tanto basta a a scaldargli il cuore... Parlò con voce serena e potente dal pulpito.
Oggi, fratelli e sorelle, oggi parleremo della nascita di Aristotele: - Citazione :
[Aristotele] Libro 2. Aristotele e Christos
Dialogo I - La nascita
La Vita di Aristotele
Difficile è il compito di colui che vuole immergere lo sguardo nell’abisso dei secoli passati, e che con sue parole tenta di far rivivere nei cuori gli eroi di quei tempi. Se ve n’è uno la cui vita merita di essere raccontata, non è forse quell’Aristotele i cui insegnamenti rischiarano ancora la nostra vita e la nostra morte? Ecco quello che io, povero fedele, voglio raccontarvi oggi. Se la semplicità di questo racconto vi tocca, se la nobile figura del Saggio vi giunge fino al cuore, allora la mia opera avrà fatto sorridere le potenze celesti.
Introduzione:
Vita di Aristotele il saggio, servitore dell’Altissimo, a cui venne rivelato il Verbo divino e che annunciò la venuta della salvezza e della luce.
Capitolo Primo
In quel tempo, una grande notizia si sparse nella città di Stagira: i saggi astrologi avevano appena scoperto una cometa sconosciuta nel firmamento. Subito l’assemblea della città si riunì nell’agorà, per tentare di decifrare il messaggio che i cieli volevano trasmettere agli uomini. Ma purtroppo il loro cuore era oscurato dalla fede erronea in falsi dei, ed essi si smarrivano in empie supposizioni: per qualcuno si trattava della venuta di Ermes dai piedi alati; per qualcun altro il fulmine di Zeus stava per abbattersi fra gli uomini, e si stava preannunciando la fine dei tempi. Solo un uomo nell’assemblea taceva: sua moglie stava per partorire e l’angoscia che provava non gli permetteva di intervenire. Egli non era tuttavia il meno saggio, né il meno ascoltato. Si leggevano sul suo volto la nobiltà e la pace, così come i segni del duro lavoro e di una vita priva di indolenza.
Dato che il dibattito volgeva al termine senza che fosse stata raggiunta alcuna soluzione, l’uomo tornò di corsa a casa.
Lì, sdraiata su un letto di pelli, sua moglie aveva appena messo al mondo un figlio. L’uomo si avvicinò rispettosamente al neonato, lo prese in braccio, lo sollevò verso il cielo dicendo: “Potenze celesti, vi affido mio figlio. Dategli una vita retta e giusta. Possa egli avere un cuore puro, un’intelligenza vivace e una virtù impeccabile. Possa la vostra saggezza guidare i suoi passi e i suoi pensieri, affinché la sua esistenza sia come una solida quercia all’ombra della quale gli infelici verranno a riposarsi.” Rimettendo il bambino vicino alla madre, l’uomo s’inginocchiò vicino al letto e restò per lungo tempo immobile, contemplando in silenzio la moglie e il figlio. Cosa ci insegnano queste parole? - chiese ai presenti guardandosi attorno ed attendendo un attimo a quella sua domanda retorica - In tempi bui la speranza non ci deve mai abbandonare, anche se la nostra fede è messa alla prova... I genitori di Aristotele erano pagani ma, nonostante ciò riponevano la loro speranza in tempi migliori nella nascita di quel figlio che avrebbe tanto cambiato il mondo... E così noi dobbiamo porre le nostre speranze in coloro che si affacciano in questo mondo... Sta a noi fare in modo che seguano la retta via, spegandogli correttamente ove sia il bene ed ove sia il male, seguendo le parole di Aristotele e di Christos. Loro furono la speranza di salvezza per chi venne prima di noi, lo sono per noi che siamo qui, e lo saranno per coloro che verranno dopo di noi... Sta a noi spiegare, correttamente, quale sia la verità, evitando così l'ignoranza che provoca l'eresia! |
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andosan Spirito Inquieto
Numero di messaggi : 161 Data d'iscrizione : 14.05.09 Età : 41
| Titolo: Re: Messa del 20 dicembre 1457 Lun Dic 21, 2009 2:55 pm | |
| Padre Andosan ascoltò l'omelia del Padre Generale con interesse: si avvicinava un periodo di gioia, il ricordo della nascita dei scelti dall'Altissimo si stava avvicinando |
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