Come ogni giorno, dopo il mattutino padre Tacuma era solito passare in portineria....i difetti si dice che aumentino con l'eta' e la sua curiosita' ne era sempre stata la prova.
Amava passare di la' per vedere se c'erano nuovi arrivi e per sapere da fratello Andosan le novita' del monastero.
Ma quel mattino la portineria era deserta e il silenzio che copriva il monastero non era il solito silenzio di pace e preghiera.
Si avvicino' allo scrittoio e tra le scartoffie di padre Andosan trovo' una pergamena intonsa.
Decise immediatamente di lasciare un messaggio ai confratelli....
Carissimi fratelli e sorelle,
giorni fa lessi un messaggio affisso alla cella di padre piccolomini....e da quel giorno sono preoccupato e attanagliato dall'angoscia.
Questa angoscia tentai di trasmettervela anche alla lettura del mercoledi nello scriptorium...ma...non so quanto vi e' giunto.
Io temo. temo per il nostro monastero, temo per le nostre anime di monaci, temo per il nostro futuro.
Questo e' un grido di aiuto che vi lancio, vi prego fratello non lasciamo che le nostre presenze qua si assottiglino sempre piu', non lasciamo che domani uno di noi non incontrera' piu' i suoi amati confratelli nel silenzio dei nostri corridoi.
Se l'Altissimo ci chiamo' qua e ci volle presenti in questo luogo fu, come sempre per un disegno che travalica i nostri mortali interessi di uomini comuni.
Aiutiamo il nostro monastero a tornare cio' che era. Un luogo vivo, sereno dove si respirava il Signore in ogni suo angolo.
Vostro fratello tacuma
Lascio' la pergamena sullo scrittoio e con immensa tristezza si avvio' verso il chiostro.