Tornò in quei luoghi che tanto gli davano pace. Quel monastero era come un tempio antico, un mezzo per poter raggiungere l'Altissimo. La pace è sovrana, colei che tutto può, che porta alla luce tutti gli animi tristi trasformandoli in gocce pure d'acqua.
I campi del monastero erano infiniti, ettari su ettari di terra. Al calar del sole si intravedevano i contadini tornare nelle proprie proprietà imbracciando utensili di ogni tipo. Il vento era potente, i suoi fischi si mescolavano al nitrire di qualche animale che si preparava alla notte. Un colore rosso si mescolava al giallo dei campi per arrivare poi alla terra mossa vicina ai miei piedi, terra calda pronta ad accogliere nuovi semi per l'anno avvenire.
Così mi sentivo, pronto a maturare, a far crescere qualcosa in me di nuovo.