Madre Arianna si presenta al portone del Monastero

Era in cammino ormai da molti giorni portando con sé solo il saio che indossava.
Si era affidata alla provvidenza divina: l'Altissimo le avrebbe dato il necessario per affrontare il viaggio.

Ed ora stava lì, in piedi, ferma. Fissava il portone.
La mano appoggiata al legno ruvido.
Un respiro. Profondo.
E un altro ancora, appena prima di bussare.

Gran Priore Numero di messaggi : 5453 Data d'iscrizione : 26.12.10

Un colpo lieve al portone. Madre Fenice sentì quasi per caso, mentre passava rapida nel corridoio, diretta verso le cantine.
Si fermò. aprì lo spioncino e disse, come sempre

Sei il benvenuto a San Domenico, viandante. Qual è il tuo nome, e cosa ti porta qui?

Non era quella la voce che si aspettava di sentire.

Sono Madre Arianna. Sono tornata a casa.

Le sue parole tremavano nell'aria tradendo l'emozione del momento.
Un fiume di ricordi le inondava la mente.
Tanti pensieri nella testa della religiosa che restava ferma in silenzio.
Cercava di cogliere anche il più piccolo rumore dall'altro lato del portone.

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Il portone si spalancò e senza dire nulla Madre Fenice strinse Madre Arianna in un abbraccio pieno di emozione e di profondo affetto materno.
Aveva sempre pregato chiedendo quel ritorno... e le sue preghiere erano state esaudite.
Continuò a non dir nulla stringendo la consorella e accorgendosi del suo lieve tremito.

Napoleone vedendo Madre Fenice attardarsi dopo che era andata ad aprire...si recò al portone sperando che nulla di grave fose successo... ma con emozione vide il ritorno di una cara sorella.... si unì a quel momento dicendo solamente...

Bentornata sorella

Da quel saluto si poteva percepire tutto l'affetto che aveva sempre unito le due religiose.
Madre Arianna sentiva davvero di essere tornata a casa.
Non disse nulla e si perse per qualche istante in quell'abbraccio.

Nel frattempo un monaco le aveva raggiunte e l'aveva salutata.
Si avvicinò a lui e gli prese le mani fra le sue.
Poi chinò il capo in segno di umiltà e gratitudine.

Grazie fratello disse prima di avviarsi verso l'interno del monastero.

La sentiva parlare con madre Fenice.
Ogni parola della giovane era una cicatrice che si rimarginava.
Il dolore per la sua mancanza ne aveva create tante di ferite e cicatrici.
Ed ora
"Sono tornata a casa. "

Tacuma si lascia scivolare sulla panca della portineria.
grazie Signore mio! sussurra asciugando una goccia di sudore sulla guancia...
ma si suda sulle guance?

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