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 Santa Messa del 19 Settembre 1458

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3 partecipanti
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Eckart
Spirito Inquieto
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Eckart


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MessaggioTitolo: Santa Messa del 19 Settembre 1458   Santa Messa del 19 Settembre 1458 EmptyDom Set 19, 2010 8:18 pm

Chiunque avesse incontrato Padre Eckart negli ultimi tre giorni lo avrebbe visto con un viso serafico e felice. Usciva da una particolare degenza, che lo aveva messo a diretto contatto con il dolore... ma ora era guarito, o almeno il malanno del tutto trascurabile per tornare ad assolvere le mansioni conventuali. Le buone notizie ricevute, poi, erano state la cura migliore al suo indomito spirito, di certo superiore nella possibilità di quelle sue stanche ossa.
Nel giorno di Domenica, dunque, gaio si diresse per dire Messa. Da poco era stato nominato cappellano dell'Ordine Domenicano, e quello doveva diventare, ormai, non solo un servizio dovuto all'Altissimo, ma un servizio dovuto ai Fratelli Monaci.

Vestiti i Sacri Paramenti conquistò l'altare e si espresse in un duraturo sorriso.

Quindi coinciò a proferire:

Fratelli, giorni importanti ci attendono nell'annuncio: il mio cuore giubila. Ho almeno tre motivi per ritenermi, con Voi, in grazia di Dio, oggi.

Il primo motivo è l'Ordinazione di Fratello Pascal, ora Padre Luciano. Mi perdonerà se dico che in lui ho visto i passi che lo hanno portato qui con tale entusiasmo che mi è parso di rivolgermi davvero come il Padre al figlio. Spero che gli insegnamenti dati possano essere fecondi per lui, e che serbi sempre un buon ricordo di questo vecchio Padre che si onorò di essergli Maestro.

Il secondo motivo per cui mi sento davvero felice, oggi, è il realizzarsi sempre più concreto del Convegno Teologico presso l'Accademia di venezia. In esso vedo compiersi non solo il mio sogno di studioso e Direttore dell'istituto, ma persino della mia vocazione, che sempre si è spesa nel tentativo di agevolare e mettere a punto un dialogo con le altre fedi. Prego l'Altissimo perchè sappia guidarmi in questa difficile impresa, e perchè sappia illuminarmi nella fede, attraverso di me, quella degli altri. Ringrazio intanto i fratelli che mi aiuteranno in questa grande responsabilità.

Infine, le notizie che giungono da Roma le sento quasi come un miracolo che si compie, e mi unisco a Voi tutti nell'immensa felicità della semina.... che speriamo porti presto profiquo raccolto. Devo, qui, ricordare il Padre e mio maestro nella fede Andosan, che tanto ha penato e tanto si è battuto per questo progetto, e per cui ha tanto sperato. Ovunque egli sia in questo momento il mio cuore lo ricorda, e vivo confida di rivederlo prestissimo.

Visti i lieti eventi ho pensato che questa e le prssime messe possano essere dedicate a San Domenico, fondatore del nostro Ordine, e ispiratore del nostro cammino. Vogliate dunque seguirmi nella lettura della sua Agiografia, che oggi cominciamo, e che proseguiremo nelle future messe conventuali, confidando in una certa costanza di partecipazione.


Ciò detto Padre Eckart cominciò a leggere:


Eckart ha scritto:


Citazione :
SAN DOMENICO, (Burgos 24 marzo 1170 – Roma 15 novembre 1223)
PROTETTORE DELL'ORDINE DEI FRATI DOMENICANI CONVENTUALI ED ITINERANTI



Infanzia di Domenico

Tutti a Burgos conoscevano Alfredo Manguz, un contadino assai ligio al lavoro e devoto alla fatica nei campi. Si narra che mai chiese aiuto al Municipio, e giammai i favori di qualche signorotto locale, per tirare su le sue spighe, e per sfamare la propria famiglia.
Invero, la terra che possedeva era stata dura conquista, ma la costanza e la tenacia portarono quella prosperità che annuncia la decisione di avere un figlio, l'unico essere al mondo a cui Alfredo avrebbe concesso di lavorare i suoi campi.
Segno volle che il bimbo tanto atteso nacque proprio mentre il padre si trovasse nel bel mezzo dell'aratura, di sorpresa dunque, e prematuramente. La gioia fu molta, e si fece gran festa: era il 24 marzo del 1170.
Il padre guardò il figlio, e a lui per primo, senza che questi ancora lo capisse, annunciò il nome, Domenico, a ricordo dello zio, fratello di Alfredo, morto nel corso di una battaglia contro i mori del nord Africa, durante le guerre d'espansione del Regno di Castiglia.
Nelle intenzioni dell'onesto contadino, questo doveva ricordare al sangue del suo sangue la follia di lasciare la propria casa e la propria terra per altri sogni.Era l'unico insegnamento che si sentiva davvero di dare, e da uomo concreto lo diede subito, così mettendosi il cuore in pace, intanto che quell'esile bruco mettesse su braccia abbastanza forti.
Lasciò alla moglie, Angelica, la cura delle altre pratiche, ed ella si prodigò non solo per dare a Domenico l'alfabeto e la dimestichezza nel calcolo, ma anche per fare entrare in lui la fede, nella maniera più naturale possibile. Solita era addormentarlo con la preghiera, e solito lui addormentarsi pacifico e sereno.
Ma la vera catechesi la ebbe da Francisco de Izan, un lontano cugino, diacono in Burgos, il quale lo preparò al battesimo. Nel corso di queste lezioni, Domenico diede prova di avere enorme e squisito talento per la questione teologica, che lo portò a leggere e studiare con passione sempre crescente i Libri delle Virtù, dopo aver acquisito, straordinariamente, l'utilizzo della lingua latina.
Il figlio della Provvidenza non sembrava essere nato, nel disegno dell'Altissimo, per la Provvidenza delle messi, ma per ben altre celebrazioni dello Spirito. Domenico fu segnalato al Parroco locale, per la sua indole, già all'età di dieci anni, e non passò molto, che persino il Vescovo s'interessò al suo caso.... rivolgendosi a lui come rivolgendosi ad un piccolo monaco.

Un sospiro, una pausa... e poi il commento:

Fratelli, ciò che oggi ricordiamo è la nascita di Domenico, una nascita che ha il significato del dono e del presagio. Come il Padre seminò, assai caparbiamente, i campi, ancor più caparbiamente l'Altissimo semina le sue vocazioni: quel giorno, 24 marzo del 1170, la semenza fu davvero provvida per la Chesa tutta.
La vocazione di Domenico è precoce, egli si annuncia da subito come predestinato, nelle parole e nelle intenzioni. Ciò nonostante mai rifiuta l'impegno e l'aiuto, il volere dei genitori, mai si sottrae ai compiti anche umili. La conoscenza, viva fin dall'infanzia nel nostro Santo, non disdegna il lavoro delle mani, ma trae da esso vantaggio d'esperienza e grande lezione. Il sapere è l'eccezionalità di Domenico già da questo momento... Questo sapere, precoce, gli sarà a man a mano disvelato e confermato alla luce del vivere e dell'esistere, secondo il Divino Disegno. L'orizzonte di una vita, nella fede, scavalca il confine ristretto di ciò che può sembrare l'umano destino, il determinismo realtivo ad un'origine. E' la Provvidenza il vero corso... Ogni prete lo sa, sa che sempre Dio ha una strada per il suo cammino e una soluzione per i suoi affanni.

Gioiamo fratelli, Pace a voi, sempre.


Ciò detto il Padre attese ancora un momento sull'altare, affinchè anche gli altri Confratelli potessero unirsi a quella preghiera.
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Pascal
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MessaggioTitolo: Re: Santa Messa del 19 Settembre 1458   Santa Messa del 19 Settembre 1458 EmptyLun Set 20, 2010 1:30 am

Tutti noi, tutti noi dobbiamo qualcosa al nostro Santo.
Egli fu straordinario tra gli uomini, egli si fece Logos: Parola di Dio tra le umili genti.

Abbiamo solo da imparare.
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tacuma
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MessaggioTitolo: Re: Santa Messa del 19 Settembre 1458   Santa Messa del 19 Settembre 1458 EmptyLun Set 20, 2010 9:48 am

L'orizzonte di una vita, nella fede, scavalca il confine ristretto di ciò che può sembrare l'umano destino, il determinismo realtivo ad un'origine. E' la Provvidenza il vero corso... Ogni prete lo sa, sa che sempre Dio ha una strada per il suo cammino e una soluzione per i suoi affanni.

Mai parole furono piu' giuste.
Quella santa domenica era giorno di letizia pei i confratelli tutti e il ringraziamento all'Altissimo usci' quasi inconscio dal cuore e dalla mente di tacuma, mentre ascoltando le parole di Padre Eckart, sussurro'
Grazie Signore poiche' io mi sento un eletto per poter oggi essere qui
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