In una assolata giornata di maggio Aurora chiese una confessione a Padre Silvio,
il quale la accolse e la ascoltò, infine pregarono insieme per il perdono.
Salutato il Monsignore, Aurora si recò nel giardino dove vide delle calle,
ne colse una e la portò nella cappella.
Appoggiò la calla ai piedi della scalinata interna, si volse verso l'inginocchiatoio e giunse le mani.
Tra sé recitò nuovamente il perdono:
Io confesso a Dio Onnipotente, a tutti i Santi, e a voi, i miei Amici, perché ho peccato molto, in pensiero, in parola, in azione. Supplico tutti i Santi di pregare il Creatore per me. Che l'Altissimo ci conceda il perdono, l'assoluzione e la remissione di tutti i nostri peccati.
Poi si inginocchiò e iniziò a recitare il credo a bassa voce:
Io credo in Dio, l'Altissimo Onnipotente,
Creatore del Cielo e della Terra, degli Inferi e il Paradiso,
Giudice delle nostre anime nell'ora della morte.
E in Aristotele, suo profeta,
Figlio di Nicomaco e Phaetis,
Mandato ad insegnare la sapienza
E le leggi divine dell'Universo agli uomini fuorviati.
Credo anche in Christos,
Nato da Miriam e Ioseph.
Ha sacrificato la sua vita per mostrarci la via del Paradiso.
Così dopo aver sofferto sotto Ponzio,
Morì martire per salvarci.
Si è unito al Sole dove l'attendeva Aristotele alla destra dell'Altissimo.
Io credo nell'Azione Divina,
Nella Santa Romana Chiesa Aristotelica, Una e Indivisibile,
Nella Comunione dei Santi,
Nella remissione dei peccati,
Nella Vita Eterna.
Amen