Leonida si trovava nella sua stanza a studiare di controvoglia, gli avvenimenti accaduti quel giorno avevano scosso il suo quiete-vivere, aveva perso suo padre e persone a lui molto care, aveva bisogno di svago.
Disse borbottando "Quasi quasi vado a caccia, almeno mangeremo della carne fresca tutti quanti, si si farò proprio così"
Prese l'arco ed alcune frecce che portava con lui, uscì dal monastero e si dirisse verso il Bosco.
Giunto nel bosco continuò a camminare, con le orecchie tese coglieva ogni minimo rumore, osservava le traccie, vide un albero scortecciato, segno che qualche bel cervo era passato sicuramente da quelle parti.
Giunse al fiume molto silenziosamente, come sperava li trovò un bel cervo maschio che beveva lungo la riva, con delle corna molto grandi ed il manto di un marrone scuro, Leonida estrasse una freccia, e la montò sul arco, lo tese e scoccò la freccia che andò ad infilarsi nei polmoni del animale, Leonida corse subito dalla creatura che giaceva immobile a terra per terminarlo, lo legò, "Spero che i monaci ne siano felici" disse mentre lo caricava sulle spalle, "ottima carne fresca"
E con l'animale in spalla rientrò al monastero per portare l'animale alle cucine