Si risvegliò intorpidita, il viso posato sul freddo pavimento e la testa confusa.
Quanto tempo era passato? Aveva freddo... e anche fame, sì, fame. Sorpresa, si rialzò lentamente, realizzando di aver avuto un mancamento. E tuttavia, se nessuno si era accorto di nulla, doveva esser passato poco tempo, altrimenti i confratelli l'avrebbero trovata entrando in cappella.
Rimase qualche minuto seduta sul pavimento, raccogliendo le forze e ripetendosi che non era successo nulla di grave. Infine si alzò in piedi, e dopo aver traballato solo per un momento, a passi prudenti lasciò la cappella, voltandosi sulla soglia per segnarsi e rivolgere un ultimo saluto all'Altissimo.
Il corpo reclamava il conforto di qualcosa di caldo da bere e di un po' di cibo; si diresse lentamente verso le cucine, sperando di incontrare qualcuno e contemporaneamente temendo di creare scompiglio e allarme senza una seria ragione.
Il monastero era silenzioso e quieto... il silenzio familiare la confortò.