LadyMady aveva consegnato il suo esame a Madre Fenice, ma dentro il suo cuore sapeva che non sarebbe mai diventata diacono, si sentiva mortificata, voleva aiutare la chiesa di Livorno, voleva aiutare i nuovi fedeli che non potevano essere battezzati nella loro città natia se non previa ricerca di un prete, dato che Madre Cirellina non rispondeva... voleva essere vicina a Aristotele che molte volte l'aveva salvata da briganti sui nodi e le sembrava di averlo accanto, troppi sogni nel cassetto per LadyMady.
Ritornò in cella, entrò davanti a lei c'era l'inginocchiatoio con sopra i quadri dei due Profeti Aristotele e Christos e appoggiato sull'inginocchiatoio un libro sacro di preghiere, alla sua destra un armadio e alla sua sinistra il letto col comodino con sopra una candela accesa e un libro sacro, per terra un vaso da notte. Nell'armadio vide che c'erano degli abiti che ancora non poteva indossare ma che aspettavano solo che lei ce la facesse a superare sto esame, lei guardò gli abiti e diventò triste. Si mise in ginocchio davanti ai profeti e si mise a pregare il Padre Nostro.