Doron, dopo aver perseguito un grande ed ambizioso progetto che lo vide impegnato a vagare ramingo per molto tempo attraverso le terre dell'Altissimo al fine di cercare di diffondere in più copiosa maniera il Suo Verbo tra danesi, francesi, spagnoli... sentendo la malinconia del suo bell'ovile e dei luoghi a lui sì cari nei quali aveva trascorso la sua giovinezza, e avendo coscienza di poter ritenere concluso con successo il suo iter missionario, decide di ritornare nella Serenissima, lì, dopo aver salutato i suoi vecchi compaesani dirige il suo cammino alla volta del Monastero Aristotelico di San Domenico, dove buona parte della sua vita aveva trascorso immerso tra le più gratificanti letture, ma anche tra i più sfiancanti studi, e dove così tante alacri persone aveva conosciuto, il cui ricordo sempre gli fu caro durante il tempo trascorso extra moenia dell'Ordine.
Si avvicina al portone, e bussò con il risoluto vigore che la letizia di poter finalmente rivedere i suoi amati fratelli e sorelle ed i suoi tanto riveriti Padri e Madri gli faceva balenare nell'alma.