In quella calda estate, padre Fabio aveva visto crescere i suoi compiti e si era ripromesso di adempierli al meglio delle proprie capacità. Proprio con quello spirito, si era messo in cammino da Piacenza per raggiungere in visita il monastero di San Domenico. Il suo essere anche monaco cistercense lo motivava ancor di più ad andare a conoscere i confratelli nella fede.
A bordo di una piccola carrozza molto spartana, il vescovo ed il suo fidato Serafino, sagrestano a Piacenza, arrivarono alla porta del monastero, dopo un viaggio che, ringraziando Dio, era stato privo di pericoli.
Appena sceso dal posto del conducente, Serafino andò alla porta e bussò forte, tirando poi la cordicella di una campanella appesa lì fuori. In attesa di una risposta, aiutò il monaco a scendere e, mentre quello si avvicinava all'ingresso, si occupò del mulo e dei bagagli.