Paride era li,dopo settimane e settimane di cammino solitario,era giunto alle pendici di quel monte,tempo fa aveva comunicato a sua Eminenza Giarru di aver necessità di un periodo di riflessione e di preghiera,lontano un pò dagli impegni da Vicario Episcopale e nell'ultimo tempo da Vescovo pro tempore.
Il suo saio,oramai,lacero e sporco mostrava i segni di quel pellegrinaggio.I sandali avevano resistito a lungo al cammino,ancora nella mente tutte quelle famiglie che gli avevano regalato momenti di gioia tra un tozzo di pane offerto e un cumulo di paglia per la notte. Era partito senza nulla,senza cavallo,senza soldi,nulla più della sua fede,voleva assaporare il senso della frase "Dio mio,mio tutto",e Lui li l'aveva condotto di fronte a quel portone,di fronte a quelle mura possenti e a quel battente che ora si apprestava a usare. Le ultime luci del sole,sparivano dietro i monti,Paride si inginocchio bacio la terra,disse l'ultimo salmo di ringraziamente,poi bussò.
E con forza r dedizione disse "ParideIII Monteverdi,Parroco di Arezzo venuto qui alla ricerca di sè e della sua fede,spero possiate accogliermi e ospitarmi,che non rechi troppo disturbo.Pace e bene".
Attese poi in silenzio la risposta.