La strada di quel pellegrinaggio dalla remota Costa Blanca, era stata lunga e difficile, ma era lo strumento che aveva scelto per se, quale via di riflessione e di ricomponimento della sua anima, per riscoprire nella fatica, nel silenzio, nell'accettare le casualità del viaggio, gli inconvenienti degli agenti atmosferici, il filo conduttore che potesse riportarla, sulla via di una vita più lontana dal mondo terreno, in cui purtroppo si era trovata invischiata negli ultimi mesi. Sentiva il bisogno di ricominciare dai luoghi di meditazione, studio e silenzio, che l'avevano vista iniziare ancora novizia la sua vita lungo i passi dell'Altissimo, ma questa volta con il desiderio di avere una guida più profonda e più affidabile, che potesse aiutarla nel suo percorso. Per questo aveva lasciato la struttura conventizia di Spagna per tornare alle origini, sui passi di colui che aveva infuso più di ogni altro nella sua famiglia il seme dell'aristotelismo, suo zio Tebaldo.
Giunse alla porta, controllò di aver tolto ogni cosa che ricordasse il suo status terreno da se, e dopo aver raccolto e ricoperto i capelli, bussò alla porta.
"Sono Flaminia, parroco di Denia, chiedo di essere ammessa in questo sacro luogo di silenzio e preghiera".