La confessione con il Vescovo fu per Niccolò un momento particolarmente sentito, si recò nella Cappella come gli era stato suggerito e raccoltosi in preghiera iniziò a recitare il Credo
'Io credo in Dio l'Altissimo Onnipotente,
Creatore del Cielo e della Terra, degli Inferi e il Paradiso,
Giudice delle nostre anime nell'ora della morte.
E in Aristotele, suo profeta, figlio di Nicomaco e Phaetis,
Mandato ad insegnare le leggi e la sapienza divina dell'universo agli uomini fuorviati.
Credo anche in Christos, nato da Maria e Giosep.
Ha sacrificato la sua vita per mostrarci la via del Paradiso.
Cosi dopo aver sofferto sotto Ponzio, Morì martire per salvarci.
Si è unito al sole dove Aristotele era in attesa alla destra dell'Altissimo
Io credo nell'azione divina,
In Santa Romana Chiesa aristotelica,
Una e indivisibile, in con la comunione dei Santi
In remissione dei peccati, Nella Vita Eterna.
Amen'