Monastero Aristotelico di San Domenico

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 Colazione di Mons. Napoleone

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Napoleone87
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MessaggioTitolo: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyMer Nov 10, 2010 1:18 pm

Il Vescovo napoleone si mise a sedere in refettorio dove consumò una frugale colazione.
Di certo era stato un pasto molto semplice e in un luogo così austero, un po diverso dall'episcopio di Teramo.
Una volta terminato il pasto fece un'orazione a s.domenico e poi chiese a un monaco che finiva di sistemare le vettovaglie:


Fratello, avrei bisogno di giungere allo scrptorium conoscete forse una via per cui posso accedevi?
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tacuma
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyMer Nov 10, 2010 7:25 pm

dopo la lettura consueta del mercoledi' Tacuma si avvio' verso il refettorio.
Entrato vide un volto nuovo e senti' che la persona cercava lo scriptorium,
Si avvicino'.

Buongiorno monsignore, sono fratello Tacuma.
Ero passato per bere un bicchiere di latte delle nostre caprette ed ho ascoltato quanto chiedevate.
Lo scriptorium e' qua vicino: uscendo dal refettorio sulla destra camminate e ve lo troverete davanti.

Sono a vostra disposizione se vi servissero altre informazioni.


Termino' sorridendo
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Napoleone87
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyVen Feb 04, 2011 11:31 pm

Fra un biscotto e l'altro disse...

Reverendo padre il mio intento era acquisire un'agiografia per ufficializzare il culto di San Leone a Silvi....
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tacuma
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptySab Feb 05, 2011 11:37 am

[i]mmmm......

sussurro'

nello scriptorium non credo troverete nulla...siete passato in biblioteca?
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Napoleone87
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyLun Feb 07, 2011 1:46 pm

Dite qui in monastero eccellenza??
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyLun Feb 07, 2011 2:18 pm

Si...ma solo per vedere come sono concepite le agiografie.
Poi dovreste prepararla voi con molta pazienza.. seguendo lo schema tipico:
vita , qualche miracolo, morte e reliquie.
Nello scriptorium trovereste solo le letture relative ai libri delle virtu' sulla vita dei profeti.
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyLun Feb 07, 2011 2:31 pm

Bene bene caso mai mi farò aiutare da un confratello... mi ricordo che ai tempi si era proposto padre Pascal
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyLun Feb 07, 2011 2:36 pm

Se amate scrivere potete anche far da solo... il problema sara' poi proporla a roma per l'approvazione...ed in francese
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyLun Feb 07, 2011 2:41 pm

Tra un biscotto e un'altro Mons. Napoleone tirò fuori una pergamena...

Vi presento una bozza pressoché definitiva... il problema è farla approvare...

Codice:
San Leone Taumaturgo

San Leone Taumaturgo è ricordato come uno dei più grandi eroi italiani dell'Aristotelismo.
Le sue imprese sia in campo militare che teologico hanno contribuito per mezzo secolo alla difesa della Santa Chiesa Aristotelica dall'eresia e dal paganesimo.
Nato a Ravenna nei primi anni del secolo VIII, visse dunque in un periodo oscuro e pericoloso.
Figlio di un casato dell'alta borghesia di Ravenna, i suoi genitori decisero di spostarsi in Abruzzo, per spirito mercantile.
Presto istruito alle materie contabili ed alle lettere, Leone sin da ragazzo sviluppò un indole rara: ad un indomito coraggio univa una sana curiosità, pur tuttavia rimanendo diligente nel comportamento ed amabile e cortese nel comportamento.
A quindici anni Leone entrò nelle milizie di Silvi, la città dove la sua famiglia aveva un grande granaio.
Un anno dopo, dalle coste di Silvi s'avvistò una nave che trasportavamo pirati saraceni provenienti dal Sud. Sembravano tutti armati pesantemente e tremendi nei loro sguardi, cosicché che i cittadini già raccoglievano i loro viveri e si chiudevano in casa.
Le milizie di Silvi si radunarono al porto, ma erano tutti molti giovani ed impreparati, inoltre il loro capitano non era disponibile a guidarli.
Fu Leone che allora, poiché nessuno era in grado di aprire un esercito, raccolse altri sei amici fedelissimi ed aprì un reggimento.
I sette si posizionarono sulla banchina facendo roteare le proprie spade come mulini, per dare un segnale minaccioso ai saraceni.
Qui avvenne il primo miracolo di Leone: pare infatti che il nostromo dei pirati scambiò il reggimento per un esercito settato in modalità aggressiva, e, valutati i rischi, diede consiglio ai suoi di continuare verso nord, senza sbarcare in Abruzzo.
Tuttavia, fortunatamente, la nave fu abbattuta da un convoglio veneziano di passaggio.
Leone dunque, nei dieci anni a venire, venne notato dalle Sante Armate, e, ordinato diacono, divenne un basso ufficiale della Guardia Episcopale.
Raggiunta una certa fama, ed una certa indipendenza economica, Leone partiva per il Sud nella crociata contro i saraceni, che col loro Scisma volevano deviare i fedeli aristotelici della Sicilia e della Calabria.
I nobili locali avevano stretto dei patti segreti col generale berbero Kafhuni, a capo dell'armata Nigrum Periglium, che avrebbe preso possesso di alcuni basi marittime nel mar Ionio.
Quando Leone venne a conoscenza della cosa, staccò una divisione di fedelissimi G.E. dalle armate locali, di stanza in Terra del Lavoro, e fondò l'esercito Cinta Leonis, a cui si aggiunsero pochi mercenari veneti, convinti a combattere per Aristotele da Leone.
Questo appariva come un chiaro atto di insubordinazione della Chiesa al potere temporale, ed avrebbe compromesso la carriera di Leone se non fosse accaduto il secondo miracolo della vita di Leone.
Faccia a faccia con Kafhuni alla Rocca di Petrolla, che i saraceni avevano trasformato nel loro quartiere generale, Leone puntò la spada non verso il cielo com'era solito dei paladini, ma verso il terreno.
Accadde allora che che gli accampamenti ed il tempietto eretti dai pagani venissero spazzati via da un violento terremoto, senza che però nessun essere umano perisse.
Alla vista di opere tanto miracolose, Kafhuni scese di cavallo e si recò da solo e disarmato da Leone, baciando la sua mano e pronunciando queste parole in stempiato latino:
“Grazie perché mi hai salvato.”
Leone, in parte sfiduciato dalla nobiltà di Terra del Lavoro e della Basilicata, osteggiato da rivali interni alla Guardia Episcopale, rimase come Vidame della Arcidiocesi di Catanzaro, senza spoarsi mai, ma continuando ad operare piccole opere magnifiche, come riattivare pozzi che sembravano inagibili, evitare crolli minerari e propiziare l'ingrassamento delle vacche.
Per questi motivi prese il soprannome di Leone il Taumaturgo.
Divvene grande amico dell'Arcivescovo, l'anziano Ciro, il quale, quando Leone ebbe dimessa l'armatura ed il grado di Vidame per i propri quarantacinque anni, lo nominò sacerdote.
Dopo solo cinque anni, Leoni ricevette la chiamata per l'Episcopato della città di Catania.
Tuttavia, Dio riserbava per lui un altro grande compito.
In quei tempi, di fatto, la città era frequentemente visitata da una presenza oscura: lo stregone Eliodoro: eretico e nemico della Chiesa.
Eliodoro, nativo di Costantinopoli, sputava sui Libri delle Virtù ed usava la sua magia a fin di male, solo per burlarsi degli altri. Viaggiava su un pachiderma a cui aveva fatto crescere delle piccole ma efficaci ali, e si spostava tra la Grecia e la Sicilia. Nessun gendarme riusciva mai a localizzarlo o individuarlo, né era impensierito dagli eserciti, in sella al suo elefante volante.
Durante una solenne messa alla Cattedrale di Catania, egli operò un sortilegio, per cui le gambe di Leone iniziarono a danzare un balletto macabro, mentre i fedeli aristotelici iniziarono a perdere i capelli.
Una vecchietta già calva e china sotto il peso degli anni, individuato il burlone che osservava la scena beato, tirò sulla sua guancia un fortissimo schiaffo.
Questo avvenimento fece infuriare Eliodoro, che, uscito sulla piazza, fece eruttare lava dal centro della medesima.
I cittadini, alla vista di ciò che stava accadendo, fu colta dal panico, perché gli spruzzi di lava presto avrebbero ricoperto l'intera piazza.
Leone, ripresosi dal sortilegio, ritrovò per pochi attimi il vigore della gioventù, e senza indugi iniziò a correre in direzione di Eliodoro.
Lo stregone, impaurito dalle ire del Vescovo, lanciò contro di lui una saetta dalla punta del proprio dito, ma Leone prontamente nascose la testa sotto la propria mantella, e la saetta rimbalzò, colpendo l'elefante.
Il bizzarro animale allora assunse una posa ridicola ed iniziò una sorta di danza attorno alla piazza.
Eliodoro aveva capito che, imbizzarrito l'elefante, le sue vie di fuga erano azzerate, stavolta: mentre pensava queste cose, vide la furia di Leone abbattersi sul proprio corpo.
I due ruzzolarono per la piazza, abbracciati in una zuffa violenta.
Leone strinse le proprie pastoie attorno alle braccia dello stregone, che adesso vedeva i palmi delle proprie mani rivolti contro sé stesso.
Con un colpo di reni, l'anziano vescovo gettò lo stregone nella lava, ma il malefico Eliodoro, prima di affondare definitivamente nel fuoco, cinse la caviglia di Leone con la pastoia, e lo trascinò con se nel baratro che si andava formando.
Alla vista della scena, l'elefante, con un aria ridicola, compì un salto nel cratere, tappandolo definitivamente col proprio corpo. Accadde un ultimo miracolo: il corpo dell'elefante si pietrificò in una fontana, e la stessa lava divenne acqua, così ogni rischio per i cittadini fu scongiurato.

San Leone è il Patrono delle Milizie Cittadine e della Difesa dei Deboli.

Scritto da Aurelio Calabro
Trascritto da Luciano Paul Monforte O.P.
Ratificato da Mons. Napoleone Vescovo d'Abruzzo.

Lasciò che il reverendo padre la leggesse ed esprimesse delle considerazioni in merito
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyLun Feb 07, 2011 2:57 pm

[i][b]Una vita interessante...controllate bene le date con la storia dell'aristotelismo.
Direi che poi e' molto pregna di aristotelismo quindi va bene, manca pero' la parte relativa alle reliquie.
Se ben ricordo, io ne feci una che e' stata approvata, quella di chiavari per san giacomo di Rupinaro, serve necessariamente la reliquia e poi qualcuno che la traduca il francese.
Pensate un po'...,a mia la tradusse il povero Licio....
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyMar Feb 08, 2011 2:01 pm

Conoscete qualcuno competente in materia...?
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyMar Feb 08, 2011 2:31 pm

No nello specifico ma pascal credo possa far qualcosa oppure ricercate in ecumene, perche' ricordo un topic proprio sulle agiografie e, se non doveste trovarlo, fate la' anche una richiesta
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MessaggioTitolo: Re: Colazione di Mons. Napoleone   Colazione di Mons. Napoleone EmptyGio Feb 10, 2011 4:30 pm

ne parlerò con Pascal....

Si aspettava che prima o dopo sarebbe passato a prendere qualcosa a colazione...
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