Padre Ennio giunse in Cappella in perfetto orario ed aveva già indossato i paramenti per la Celebrazione.
La piccola campana aveva chiamato a raccolta i suoi confratelli ed essi ora attendevano di fronte l'Altare l'inizio della Messa.
Il Padre quindi uscì dalla sacrestia e si pose di fronte a loro, compì il gesto della fede, quindi salì sul pulpito ed iniziò a parlare:
“Ambizione, disprezzo per gli altri, egoismo, è questo che vedo io sempre più spesso. Come ci ha rammentato la scorsa domenica il nostro Padre Generale, l’eresia prende sempre più piede. La fede è vista sempre più come un accessorio, il battesimo come un piccolo sacrificio per potersi sposare e nulla più.
Fratelli carissimi, qual è dunque il nostro ruolo in questo mondo? Probabilmente lo sapete a memoria, ma è sempre bene ricordarlo: la nostra Santa Missione consiste nel salvare le Anime, in particolare, come Domenicani, noi facciamo questo attraverso l’Insegnamento delle Sacre Scritture, attraverso la Catechesi.
E allora, per quale motivo non ci vedono nelle piazze e nelle strade a predicare l’amore dell’Altissimo?
È giunta l’ora di darci una scossa e metterci al lavoro, fratelli, per questo vi invito ad uscire dalle vostre abitazioni ed annunciare ai popoli che Dio ci ha creati col suo Amore e noi, per questo motivo, dobbiamo amarlo di rimando.
La nostra città è profondamente aristotelica e non ha bisogno dei nostri insegnamenti? Benissimo, se non siamo titolari di una parrocchia, spostiamoci allora nella città affianco, e poi in quella dopo ancora.
Questo è ciò che fanno i Monaci Domenicani del ramo Itinerante, se è questa la vostra aspirazione parlate con Fratello Tacuma, Dignitario dell’Ordine per gli Itineranti.
Che l’Altissimo benedica noi ed il nostro amato Ordine.”