Monastero Aristotelico di San Domenico

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 Messa del 25 aprile 1458

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4 partecipanti
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Padre Heldor
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MessaggioTitolo: Messa del 25 aprile 1458   Messa del 25 aprile 1458 EmptyDom Apr 25, 2010 1:33 pm

Padre Tebaldo si arrampicò su per il pulpito, con passo pesante, stanco, ma con sguardo vivo e speranzoso... Quando giunse alla balconata si guardò attorno... Guardò i suoi confratelli che parevano spauriti per quel che stava succedendo... La guerra a Genova e a Siena, la poca fede dei popoli italici... Abbozzò un sorriso per cercare di infondere loro un pò di speranza, quindi con voce tonante cominciò la lettura del passo e la predica che ne conseguiva:

Figli miei, oggi vi leggerò un passo del Primo Libro delle Virtù che io trovo di grande consolazione quando sono abbattuto:


Citazione :
L'eclissi VIII: La resurrezione

Questa voce che udii, mentre mi trovavo in compagnia di Aristotele e Christos, era calma e penetrante. Mi spiegarono che era Dio stesso che stava per pormi la domanda. Finalmente capii che quello era il momento. La voce divina mi disse: "Tu, l'umano che loro chiamano Sypous, sei venuto a Me, scoprendo tutto ciò che un umano potrà conoscere dopo la sua morte. Hai visitato ciascuno dei sette inferni, dove hai incontrato ognuno dei Principi-demone, che si sono presentati a te, conformemente alla mia volontà. Cosa hai imparato dal tuo viaggio?"

Risposi: "Ho compreso il significato della Salvezza. Quando un uomo ha vissuto nella virtù, conformemente alla Tua divina parola, trasmessa dal profeta Aristotele e da Christos, il Messia, allora Tu gli concedi il diritto di accedere in questi luoghi, al Paradiso, nel cuore del sole. Ma se costui devia dalla virtù, rifiutando di ascoltare la Tua divina parola, abbandonandosi ai piaceri terreni, all'egoismo, alla tentazione, alle false divinità, la Tua infinita saggezza Ti induce a condannarlo all’Inferno, nella luna, per esservi punito per l'eternità. Tu ci ami, ma ugualmente noi dobbiamo amare Te."

Dio mi disse: "Ora, per te è venuto il momento di fare la tua scelta. Puoi decidere di accettare la morte. In questo caso, giudicherò tutta la tua vita, i momenti in cui hai saputo operare per la virtù e quelli dove hai deviato da essa. Se, allora, giudicherò che tu lo meriti, raggiungerai gli eletti per un'eternità di gioia e di felicità. Ma se giudicherò invece che la tua vita non è stata abbastanza virtuosa, conoscerai un'eternità di tormenti all’Inferno. Ma, se pensi che il tuo tempo non sia ancora giunto, che tu non Mi abbia ancora dimostrato il tuo valore, puoi decidere di ritornare alla vita."

Non sapevo che rispondere. Avevo meritato di raggiungere il Paradiso o di finire all’Inferno? Allora, udii voci. Erano quelle dei miei amici, che pregavano per la Salvezza della mia anima. Benché si trovassero sulla Terra, li udivo distintamente. Mi scaldava il cuore di vedere che si preoccupavano tanto di ciò che mi sarebbe successo. Avevo bisogno di dimostrare che le loro preghiere non erano inutili. Decisi di accettare la resurrezione, per potere vivere nella virtù e meritare il Paradiso. Dovevo questo a loro, almeno quanto lo dovevo a me stesso.

Dio allora disse: "Da quando ho deciso di cambiare lo spirito degli umani in anima, affinché sia giudicata alla loro morte, ciascuno di loro percorre il cammino che ti ha condotto a Me, e pongo la stessa domanda a ciascuno di loro. Alcuni hanno la stessa prudenza, altri accedono al Paradiso, ed altri sopravvalutano la qualità del loro vissuto e sono inviati all’Inferno."

"Coloro che hanno optato, come te, per la resurrezione non conservano tracce del loro viaggio celeste nella loro memoria. Così, il loro comportamento cambia soltanto se la lezione si è scolpita in fondo al loro cuore. Ma, affinché tutti sappiano quale sorte terribile li attende se deviano dal mio amore, io ti lascio eccezionalmente la memoria. Potrai così testimoniare il tuo viaggio. E la tua testimonianza rimarrà per i secoli dei secoli. Ora che sai quale compito ti ho affidato, torna alla vita, fino a che ti richiamerò per fare una nuova scelta."

Allora, la mia vista si annebbiò. Ebbi appena il tempo di vedere Aristotele e Christos dirmi "a presto." prima di perdere conoscenza. Quando mi svegliai, mi trovai nel mio letto, le braccia incrociate. Attorno a me erano accese candele ed i miei amici stavano pregando. In lacrime, ma visibilmente sollevati, mi spiegarono che erano nove giorni che ero morto. Mi alzai, andai alla finestra, e vidi che il sole diffondeva nuovamente la sua calda luce sul mondo. Raccontai ai miei amici il mio incredibile viaggio e decisi di stendere sulla carta tutto ciò che avevo visto durante la mia morte.

Sypous

In questo passo Sypous ci spiega in modo molto chiaro come sia possibile il miracolo aristotelico della resurrezione... L'Altissimo stesso ci da la scelta di una seconda possibilità per poter portare a compimento ciò che ci eravamo riproposti in vita... La scelta tra Paradiso Solare e Inferno Lunare sarebbe troppo poco per colui che davvero vuole raddrizzare la via del proprio cammino, quindi abbiamo sempre la possibilità di scegliere di tornare a vivere...

E come un corpo umano, anche noi, povero ordine tartassato da anni ormai dalla burocrazia e dal lassismo nei propri doveri da parte di qualcuno, dobbiamo essere come quel corpo! Abbiamo la scelta ora di lasciar morire questo corpo o di riprender vita e tornare ad essere quelli che un tempo eravamo... So che lo scoramento di tutte le vicissitudini che stiamo passando, i grandi impegni e le missioni che dobbiamo portare a termine in nome dell'Altissimo a volte ci impegnano oltre misura, ma io vi invito a tornare qui ogni tanto e far sentire la vostra presenza... Siamo una grande famiglia, con un padre e tanti figli, che però tra loro si stanno sostenendo poco ultimamente!

Io dico, TORNIAMO AD ESSERE UNA FAMIGLIA!!! Gioiosi e felici della nostra missione, lasciando le cose che abbiamo da fare al di fuori di queste mura, per ritrovare noi stessi e coloro che davvero ci vogliono bene e ci stimano profondamente!
Prendiamo ispirazione da questo brano del Libro delle Virtù in modo che esso sia il faro che ci guida nel porto della salvezza!

Amen.
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Eckart
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MessaggioTitolo: Re: Messa del 25 aprile 1458   Messa del 25 aprile 1458 EmptyDom Apr 25, 2010 1:56 pm

Vivere nella virtù... il cuore del sole.... queste parole rimbombavano come tempie impazzite fra i pensieri di Eckart, nell'ascoltare quella Messa.

Capiva il monito, il puntiglio, e l'invito alla speranza del Padre suo Heldor... ma nn poteva fare a meno di preoccuparsi, e di essere un poco rammaricato...

In coscienza.... la sua voce interiore gli parlava....

Dove stai sbagliando... Eckart? Cosa ti opprime? Non ti sono servite da lezione le gioie che l'Altissimo t'ha dato?

Poi... piano piano... come un chiarore... una risposta.... che non siamo soli al mondo, che pure dagli altri dipende il nostro destino.... che se qualcuno è tormentato, impossibile è restare insensibili a quel tormento..... che già Aristotele più e più volte ha spiegato il significato della comunità, per come essa è e per come dovrebbe vivere.

Attraverso questo travaglio, Eckart pensò a Padre Piccolomini, e al cuore grande di padre Tacuma, nel raccogliere come sempre un sentimento.... alla saggezza di Padre Heldor su quel pulpito, saggezza che sa tenere assieme la voce che parla e la mano che avvicina.....

Piegato in spirito... si inginocchiò, e cominciò a pregare:

"Signore mio... aiutaci!"
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Kemnos
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MessaggioTitolo: Re: Messa del 25 aprile 1458   Messa del 25 aprile 1458 EmptyDom Apr 25, 2010 10:59 pm

"Amen!"
e aggiunse tra sè e sè "che l'Altissimo ci aiuti ad essere ed agire come un solo corpo, in armonia e nella Sua Volontà"
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Padre Giarru
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MessaggioTitolo: Re: Messa del 25 aprile 1458   Messa del 25 aprile 1458 EmptyLun Apr 26, 2010 9:14 pm

Padre Alessandro, era da molto tempo che non era presente ad una santa messa nel convento, era in quel di massa in partenza contro la Bestia Senza Nome per estirparla , ma quel giorno si era liberato ed era tornato solo per la Santa Messa al Convento.

Egli un tempo degno Dignitario, quest'oggi Dignitario non degno ma profondamente attaccato alla Santa Fede Unica et sola Aristotelica, rigorosamente legato alla Regola di S. Domenico che da sempre lo guidava.
Ogni giorno faceva prediche per tentar sempre di trasmettere il messaggio di salvezza di Nostro Signore, quest'oggi invece dopo molto tempo lo accoglieva.

"...Gioiosi e felici della nostra missione, lasciando le cose che abbiamo da fare al di fuori di queste mura, per ritrovare noi stessi e coloro che davvero ci vogliono bene e ci stimano profondamente!"

Mai parole piu' sagge del Cardinale....

Egli penso' tra se' guardando i suoi Confratelli:
"Fratelli, presto tornero' piu' carico che mai, una voce in piu' che ritorna non farà male.... Signore perdonami..."

Era posizionato sull'uscio della cappella in modo da non essere osservato , cosi' terminata la funzione, se ne ando' verso le ombre della terra...
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