Alloggio di Pantagioele.

Era una stanza spaziosa e pulita.
Ma probabilmente presto sarebbe diventato l'esatto opposto.

Vi ringrazio padre, Vi ringrazio di gaudio core per avermi condotto sino a codesto alloggio, con la Vostra buona pazienza. A dirVi il vero non merito sì tanta cortesia, lascerei volentieri il posto ai veri "Mastri" che verranno, m'andrebbero anche bene le stalle o le cartiere.
Ad ogni modo se servisse spazio non esitate a farmelo sapere.
Sorrise e si congedò con un goffo inchino.

Una volta entrato, ispirò profondamente.
Pose la sua ribeca e la sua sacca di cuoio e si mise a gettare sul pavimento rotoli di cartapecora e lenzuoli di stracci. Prese poi un una serie di carboncini e pigmenti colorati che poggiò sul massicco bancone.
Preparò tutto il necessario...l'indomani all'alba, con il benestare delle muse, avrebbe dato i primi schizzi.

ZzZzZzZzZ.....Ummm...Cosa!??? Chi??? In che modo???? Dove????!!! Il lume!!! Perbacco il lume!!!
Il gobbo giovine s'alzò di scatto e con un veloce movimento afferrò l'archetto della sua ribeca, brandendolo come una spada.
Pergiove!!! Chi s'aggira da codeste bande??! Oh Voi!!! Chi...chi...chi siete!!!! Orsù rivelateVi!!!! Volete perire?
Cominciò a diventare perplesso...Mastro Anchise? Oilà Mastro Anchise!!! Siete Voi?...Yosobel illustrissima, siete gia giunti?
....tutto era molto sospetto...qualcuno si stava gabbando di lui? O forse...era uno dei suoi consueti incubi?!...

A....ma Voi siete quello del portone! Che colpo m'avete fatto!
...Ah...Oh...certo fratello! La parsimonia è ben vista da Nostro Signore!
Un po' seccato spinse delicatamente il monaco fuori dalla stanza...sì sì ora devo decisamente riposare, l'avete detto! Bene...che dirVi?....BUONA NOTTE!!!!!!!!..Gli chiuse la porta in faccia.

Ufff...ma gaurda te certa gente...uffff...taccagni fino all'osso...ufff..
E si rimise a dormire.

L'era l'alba e con il favore dei mattutini lumi...(quelli ad olio)...si mise il Pantagiò ad imbrattare i primi rotoli di cartastraccio.
Proprio io non comprendo come si possa far qualcosa in uno spazio di 400X100! No...pergiove non comprendo proprio. Se mi vengono a dire di un 250X250...o di un 350X350...allora sì! Arcidugo della Nola...allora ci siamo! Altrimenti...no.......
Il buongusto detta: "Vi è un centro, e ogni estremità dista in egual modo da detto centro"...vada dunque il buon esteta a eseguir d'un cerchio la forma!!!
Sì! Nella circunferentia vi è la perfezione di Dio! Entro...vi è l'Altissimo con i suoi astri e le sfere celesti! E tutt'intorno v'è l'omo!!!
Si alzò a pensare...pensò ai grandi artisti fiorentini...gli vennero in mente numerose opere scultoree...Losanga Lobata!!!!
Ah ah ah ah! Maremma maiala!! Losanga Lobata...forma a dir poco perfetta...per codesta occasione poi!!!!! Ottima sembianza caro il mio Pantagiò!
E vada dunque per il compasso gotico!
Tutto euforico si mise a effettuare i primi schizzi pensando a come convincere i committenti nell'usare misure strettamente eque tra i lati...

Il giullar Pantagioele finì di preparare la sua sacca.
La lettera delli suoi maestri della Sovrintendenza l'era giunta in ritardo, ma per lo meno era giunta proprio quando ve ne era la necessità.
Era gaudio in core di poter tornare a Firenze...dopotutto quell'abbazia non pareva più tanto confortante. Qualcosa gli faceva pensare di aver scontato solo un periodo di clausura.
Buttò nel bracere tutti gli schizzi e con i suoi balzi si diresse verso la portineria.

Il monaco stava andando dal gobbo maestro per sapere a che punto era con i suoi lavori. Del resto era passato un pò di tempo, credeva il giusto per poter visionare qualcosa.
Lo vide uscire dalla sua cella con il suo fagotto e da essa veniva un odore tipico di carta bruciata:

"Filius, dove andate? Siete in partenza? Avete già completato il vostro lavoro? Stavo giusto venendo da voi?"

Sorrise attendendo.

Il giovine Pantagioele si fermò,
poggiò la sua sacca
fissò il monaco,
e sospirò.

A...reverendo padre...omaggi!

Oramai quive in foresteria vi è un grande via e vai d'operai n'evvero? Si sente un gran vociare ogni sera. I lavori dello rifacimento strutturale della di Voi abbazia sembra stiano proseguendo. E non dovete esser modesto quando Vi si dice d'esser un grande architetto.

Si mise ad osservare il distante cantiere,

M'è giunta la voce dalla Sovrintendentia di Florentia che non è la prima volta che Vi cimentate nella precisione dell'architettura e dell'erigere spesse e solide mura. Dico bene? Questo non mi era conosciuto. Siete per di più un'ingegnoso urbanista! N'èvvero?
Che immacolata perla siete!

Dunque...volete visionare lo mio lavoro?
Ma prego! Prego prego! Entrate nello mio alloggio e lo vedrete.

Pantagioele non smetteva di fissare il monaco cercando di decifrare quel sorriso...e cercando di...

Sorrise alle parole del gobbo maestro al quale cinse un braccio per entrare:

"Ma certo che voglio vedere i vostri lavori filius! Siete qui per questo oltre che per godere della quiete del monastero donataci da aristotele.

Vi ringrazio per le vostra parole. Sono sicuramente sincere e rinnovo la mia stima nei vostri confronti. Si, a volte pecco di modestia è vero, ma la mia maestria è inutile senza dei collaboratori.
Quelle impalcature sono solo lo scheletro. Io ho bisogno di veri artisti.
Se le vostre opere piaceranno al capitolo non vedo perchè non renderle pubbliche verso tutti i viandanti che passeranno di qui!
Se invece non piaceranno ma, non per demerito vostro, ma per gusti prettamente personali, certo si conserveranno perchè, come sapete ogni tanto cambiare fa bene. Voi però non dovrete cucciarvi in tal caso perchè vi siamo comunque debitori per il vostro impegno.

Avanti...mostratemeli. Sono curioso come un fanciullo!"

Mentre il monaco interloquiva giovialmente si diressero verso l'alloggio, il giovine aprì la porta e varcarono la soglia.

La stanza era buia poiché l'unico grande finestrone era stata sbarrato dai battenti, solo dei sottilissimi penetranti fili di luce permettevano di vedere il pavimento di grezza pietra.

Ecco reverendo padre è tutto la in fondo, nell'angolo. Vedete?

Entrando nella cella il monaco dovette stringere le palpebre per vederci qualcosa:

"Figliuolo vedo a malapena i miei piedi!"

Cercando nella semi oscurità di capire dove fossero le realizzazioni del maestro.

Proprio in quell'istante il docile sorriso del buffone divenne demoniaco e indietreggiato scaltramente chiuse il monaco entro quell'oscurità.

Amor caecus, fratello! Ahahahahahah...

Quest'ultimo non ebbe nemmeno il tempo di ripigliarsi che il malandrino se l'era già data a gambe tra strepiti, risa e imprecazioni...

Successe tutto troppo in fretta per il monaco. Si ritrovò da solo bloccato nella cella a sbattere i pungi contro la porta e a gridare al silenzio che infastidito lo lasciava anche lui:

"Aprite! Aprite! Maestro? Ma cosa fate? Aprite! Siete impazzito? Aprite!!!"

Si accasciò a terra fissando i raggi luminosi ch entravano dal soffitto. Qualcuno si sarebbe accorto della su assenza in giro per il monastero...prima o poi