Il ritorno di Anassagora

[i]Perdonate me Andosan quando sono arrivato ho visto il grande portone leggermente aperto e sono entrato nel Monastero. Scusate se non vi ho subito cercato. Ero in ritardo per la funzione e di corsa mi sono diretto verso la Cappella. [/i]
Scrissi questo biglietto e lo lasciai in portineria.
Dopo la funzione turbato dalle parole dure ma giuste di Padre Kemnos corsi verso la mia cella a meditare….ma le chiavi erano in portineria.
Padre Andosan era stato colto da malore durante l’ultima messa.
Mentre mi dirigevo in portineria, pensavo “ci sarà sicuramente qualcuno che mi darà notizie sulla salute di Padre Andosan…e visto che è da molto tempo che manco… chissà se Padre Tacuma si ricorda ancora di questa pecorella che ogni tanto smarrisce il giusto cammino…

Anassagora partì da Savone che era ancora buio voleva tornare a trascorrere qualche giorno nella quiete del Monastero, impegni urgenti qualche settimana addietro l’avevano urgentemente richiamato nella sua città. Camminando con passi lenti e sommessi, piano piano arrivò nelle vicinanze del Monastero e già poteva avvertire l’aria di serenità e di letizia che solo in questo luogo ritrovava . Aveva deciso, per qualche giorno di chiudere la porta del suo ufficio in municipio dove era stato insignito dell’incarico di assessore e bussare al grande portone della pace,della contemplazione e della meditazione…

“Finalmente sono arrivato!” Parlo tra sé e sé !

Una volta arrivato davanti al portone afferrò il massiccio maniglione di ferro battuto e bussò….. dopo un paio di minuti il grande portone si aprì, facendo uscire un delicato odore di narcisi e rose, trasportato da un vento fresco a dimostrare tutta la purezza che in questi aluoghi possa esistere…e venne de accolto da una fraterna voce….

Padre Tacuma mi fece entrare e ravvisata in me la stanchezza data dal lungo cammino mi invitò a sedermi ed attendere Padre Andosan per la cosegna delle chiavi.
Mi sedetti e cominciai a parlare:
Padre con immenso piacere torno in questo luogo, dove il mio spirito è richiamato alla contemplazione, alla pace, al raccoglimento e al silenzio.
Il bisogno di rientrare in se stessi e scendere nel profondo del proprio essere è una necessità per sopravvivere. Gli insegnamenti che qui apprendo attraverso le sacre scritture ed i momenti di meditazione con gli altri confratelli mi rendono più sicuro nel sostenere l’essenza del pensiero Aristotelico e cercare trasmettere questo ai miei concittadini quando dialogo con loro.

Vidi Padre Andosan avvicinarsi. Mi alzai dalla panca di legno.

“Anassagora bentornato!Come state, forza raccontate…..” Esclamò Padre Andosan stringendo le mie mani nelle sue e facendo segno di riaccomodarmi sulla panca .

Ed io:

Padre Andosan felice di vedervi, molto mi è mancato questo luogo in questi giorni.
Come stavo dicendo a Padre Tacuma sono qui per ritemprare il mio spirito, ma soprattutto per rendere grazia all’Altissimo. Vedete dei briganti hanno creato dello scompiglio nella mia città…Mai Savone è stata così unita ,antiche faide e dissapori tra concittadini sono stati abbandonati e di fronte a tanta aggregazione ai malfattori l’unica via che restava…era la fuga!Ora a Savone questo spirito di collaborazione è ancora presente…e di ciò rendo grazie all’Altissimo!