Arrivo al Monastero.

Nonostante fosse il suo diciannovesimo compleanno, e la ritualità mondana prevedesse una sorta di festicciola tra parenti ed amici; Pascal nei giorni precedenti si era messo in viaggio alla ricerca del Monastero di San Domenico.
Una pesantissima sacca sulle sue spalle, completamente squattrinato, camminava con la schiena piegata.

Finalmente in questo giorno, dopo 4 ore di riposo e 5 di cammino, aveva scorto il cocuzzolo del monastero, cosicché iniziò una affannosa corsa verso i portoni.
Quando mancavano pochi altri passi per giungere al portone; il peso della sacca fece un brutto tirò, e Pascal inciampò, finendo ruzzoloni contro il portone.

Padre Eckart era assorto nelle sue riflessioni presso lo Scriptorium, cercando di lasciarsi ispirare dalla lettura che stava preparando per la Messa domenicale, in Padova... Quando sentì un tonfo di una certa consistenza giungere dal portone.

Sapeva che il Padre Portinaio, Mons. Andosan, era in quei giorni assente per impegni assai urgenti, e decise di dirigersi egli stesso all'uscio, per verificare csa stesse succedendo.

Sorpreso fu, quando si vide davanti un giovane stramazzato al suolo, lo quale seco portava un enorme sacca.

Per la barba di Aristotele! esclamò... Spero che abbiate trovato il luogo che cercavate, pellegrino mio, che non oso immaginare la fatica e lo sconforto vostro nel caso abbiate ancora traggitto da compiere.

Poi cercò, con gentilezza, di aiutare il poveretto a rialzarsi... vedendo ch'era giovane e forte, e che non s'era fatto troppo male.

Ma ditemi... figliolo... chi siete e cosa vi porta qui? proseguì il Padre.

Pascal si fece aiutare a rialzarsi, dopodiché assunse un'aria solenne e disse: "Sono giunto qui perché è mio desiderio divenire un vostro Fratello"

Vengo dal Sud, da Pontecorvo. La mia vita è sempre stata divisa tra studio dei fenomeni naturali e duro lavoro, Aristotele è sempre stato il mio modello di vita; cosicché voglio vivere una vita dedicata ad Aristotele ed ai suoi fedeli, la Chiesa Aristotelica.

poi prese fiato e continuò:

Ho già spedito una missiva a Padre Heldor ed un altra a Padre Kemnos, esprimendo il mio desiderio di vivere secondo la Regola Domenicana.

Il Padre davanti a lui sembrava ancora leggermente sorpreso; Pascal, reggendosi le gambe con le braccia ed alzando il volto, sorrise:

Dimenticavo che sono conosciuto in giro come Pascal, sebbene il mio vero nome sia Luigi.

"Caro Luigi... Non sapete che gioia state dando a questo vechio uomo di fede!

Vogliate sentire anche la mia presentazione: io sono Padre Eckart, Parroco di Padova e Vicario di Venezia, attualmente sono anche Direttore dell'Accademia di Venezia... Forse anche quello è un luogo che vi piacerebbe frequentare, dato che, se ho ben capito, amate lo studio.

In Monastero ho l'incarico di lector, di lettura e commento delle Sacre Scritture, e presto comincerò l'impegno di Cappellano dell'Ordine.

Noi Domenicani teniamo nel dovuto compito la conoscenza... io stesso sono giunto qui, sebbene in preda ad affanni non troppo intellettuali, per vie teoretiche, ma una cosa ho imparato... a considerare pure le semplicità nella giusta misura.

Forse, un giorno, capirete cosa intendo... Nei paraggi forse potrete trovare Padre Tacuma, ch'è Maestro in questo genere di concetti... e di certo è stato il Maestro mio nell'introdurmi al vero significato della virtù.

Dovrete avere molta pazienza, perchè la scelta che state per compiere è molto difficile, e richiede molto sacrificio.

Ma vedo che l'entusiasmo non vi manca, e state pur certo che qui potrete sempre contare sull'aiuto di noi Frati, e già vi sto offrendo il mio, se lo ritenete degno.

Perintanto posso dirvi che non vi occorrerà molto delle vostre suppellettili per perseguire questo vostro progetto. Se è vero ciò che dite, vi sarà sicurmente affidata una cella, dovre potrete riflettere e pregare in umiltate. Siete giunto in un loco solitario, ma che potrà darvi grandi gioie. Sono certo che già conoscete la natura di ciò che vado descrivendovi... non mancheranno i luoghi dove potrete raccogliervi, e quelli dove potrete discorrere e chiedere.

Su dunque... la vostra vita religiosa comincia qui... Siatene felice, perchè l'Altissimo sta guidando i Vostri passi, e sicuramente vi tiene nel dovuto amore.

Entrate... e se lo desiderate portatevi pure lo vostro armamentario... a patto che lasciate fuori le armi, se ne avete con voi"

Così rispose Padre Eckart a quel giovane educato e sì gentile.

Pascal ascoltò le presentazioni di Padre Eckert. Dopo di che, meccanicamente, guardò il suo bastone (lo si poteva davvero considerare un arma? Finora era solo servito per poggiarsi) e lo consegnò.

Dopodiché, fece l'inventario delle sue suppellettili:

Ho sei ducati in tasca. Ho terminato le scorte di cibo, cosicché mi ritrovo con una sola pannocchia colta chissà dove,

Eckart sembrava indicare la grossa sacca con lo sguardo.

Ah, questa? È solo la bisaccia in cui tengo le mie carte. Se mi coglie l'ispirazione improvvisa, ho necessità di scrivere per non dimenticare. Se mi coglie qualche dubbio, ho i miei testi di Matematica ed i miei Classici Greci tradotti. Ovviamente, una copia del Libro delle Virtù, non fa mai male se sei in cammino.

Poi, si rivolse ancora a Padre Eckart (Accademia di Venezia? Suonava familiare...):

Io vi ringrazio di cuore per avermi accolto in questo Santo Luogo. Ho proprio ricevuto una chiamata da Dio. Senza la sua Grazia, non avrei mai potut raggiungere questi luoghi. Spero di aver modo di dialogare con vuoi tutti Padri e Fratelli a lungo, e di consolidare una salda amicizia ed una valida collaborazione.

E così metteva il primo passo nel Monastero.

Buon giovane... riprese il Padre Mi fate gran stupore sapete? In qualche modo mi ricordate un poco me, nei miei verdi anni... Sempre in cerca di conoscenza. Vi auguro davvero di rinfrescarla alla viva fonte della fede.

Ma prima di tutto... ritengo proprio dobbiate rifocillarvi un poco... Vi prego di raggiungere a vostro piacimento il refettorio, ed accogliere il povero pane che troverete sulla tavola. Spero, un giorno, di potervi accompagnare con un bel bicchiere di nocino, che fa il vanto di questo Monastero... Ma non parlatene con padre Andosan, credo sia meglio.

Presto vi sarà indicata la vostra dimora... ma non da me... questo è affare dei Padri miei, che decideranno se collocarvi presso il Chiostro o presso la Foresteria.

Non abbiate timore a cercarmi presso la mia Cella in Chiostro, se vorrete cercare me medesimo. Sarò felice di potervi aiutare in quello che chiederete.

Abbiamo anche qui buoni libri... che potrete trovare in biblioteca... so che presto sarà per voi luogo familiare, quello.

Ora però... dovrete proprio perdonare il mio congedo... Devo tornare anche io alle mie carte... Sto scrivendo l'Agiografia dello Nosro Santo Domenico... e mi richiede gran concentrazione. Inoltre domani c'è Messa a Padova, e ho un discorso molto importante da fare alla mia Comunità. Spero vi basti sapere questo, per perdonare la mia fretta.

Non temo che possiate voi stesso scoprire il Monastero, et ivi trovare i necessari spazi per la vostra anima.

Nel frattempo... Arrivederci, Messere.