Padre Tebaldo era tornato in monastero il giorno stesso per poter stare in pace dopo il viaggio e le disavventure di Udine... Era stanco e sperava di poter sentire qualche commento sulla messa del giorno prima... Ma nulla... Nessuno disse nulla nemmeno per la messa celebrata mercoledì da Padre Giarru... Storse la bocca e scosse il capo...
Si diresse verso la sacrestia ed indossò i sacri paramenti... Dal volto non si presagiva nulla di buono... Le striature grigie che gli segnavano barba e capelli aumentavano e lo sguardo truce non aiutava di certo l'immagine del buon frate...
Fece suonare le campane e si diresse al pulpito... Si guardo attorno sperando di vedere qualcuno e prese la parola:
Fratelli e sorelle, di tanto in tanto mi chiedo perché siamo qui... Pare quasi che noi si voglia star qui solo per dire, un giorno, io c'ero quando tutto questo cominciò!
Avrete intuito che oggi non darò lettura a nessun passo dei Libri delle Virtù, ma cercherò di pensare, assieme a voi, a cosa ci ha spinto ad entrare in un ordine monastico... - prese fiato - Per buona parte della mia vita sono stato sacerdote e per altrettanta parte della vita il mio sogno era quello di trovare un luogo ove poter vivere tranquillo, in pace ed in preghiera, con persone che la pensassero come me... Poi la volontà di Domineddio ha voluto mettermi a capo di una Provincia Ecclesiastica, ma non per questo mi disinteresso di quel che succede qui... Siamo tutti fratelli e sorelle, quindi come una grande famiglia viviamo! Ma noto che vi è sbadataggine nel vivere come fratelli nella fede! - prese fiato e gonfiò il petto, quindi la voce prese ancora più vigore - Ieri, per l'ennesima volta, la messa domenicale non è stata celebrata! Io mi chiedo: come mai?
Non voglio dar la colpa a nessuno, io per primo magari celebro la messa in piena notte, ma cerco comunque e sempre di rispettare gli impegni presi... E se non riesco trovo modo di non recar disagio a coloro che da me si aspettano qualcosa! Cosa devo fare per avere aiuto da voi? Già sto lottando con Roma, ahimè con scarso successo, per ora, per il nostro riconoscimento quale ordine monastico, ma più che chiedervi aiuto e consigli, cosa devo fare? - scosse il capo tristemente - fratelli e sorelle miei, siamo in pochi... E se quei pochi non fanno quel che viene loro chiesto, come facciamo ad andare avanti?
Per l'ennesima volta vi sprono ad esserci e a mantener fede a quel che prometteste di fare, per parola o per incarico... Lottiamo per noi stessi e per la parola dei Santi Profeti, sappiamo di essere nel giusto, ma dobbiamo farlo capire anche agli altri!
Padre Segalello tempo fa compose una preghiera che finì nel Messale Italico di Sua Eminenza Profeta e vorrei riproporvela... Ascoltatela e ripetetela con me... In essa vi è la nostra essenza più pura e la voce che dovremmo seguire nella speranza del paradiso solare:
Benedici, o Signore,
l’alba il mezzodì, il tramonto.
Il mio amore per te canto
Di lodarti mai mi stanco.
Benedici le creature,
che ci danno da mangiare
benedici il cielo e il mare
servo tuo voglio restare.
Benedici il mio cammino,
fuori dentro il monastero,
fammi dire sempre il vero,
fammi amare il mondo intero.
Amen!
Detto ciò il vecchio Padre Generale si guardò attorno, non voleva sgridare nessuno, solo responsabilizzare le persone... I suoi confratelli e le sue consorelle... Quindi scese dal pulpito e si ritirò nella sua cella, in silenzio, a pregare...