Controluce si reca a San Domenico

Controluce da molto tempo era affascinato dalla dottrina aristotelica.
Era un fedele praticante che si recava a messa ogni volta che essa veniva celebrata.
Aveva un carattere spigoloso e scomodo.
Terribile con i nemici, ma cordiale ed allegro con gli amici.
Leale e fedele fino alla morte ai propri ideali.

Ripensò al proprio passato prossimo.
Recentemente era stato condannato alla prigione per crimini di parola nel ducato di Modena in quanto aveva osato contestare l'operato del Duca.
Controluce aveva molti nemici. Ne era consapevole. E la cosa non lo turbava affatto.

La sua sete di Sapere era cresciuta anno dopo anno.
Adesso vedeva con sincera "fame" i numerosi libri delle biblioteche.

Agognava più di ogni altra cosa studiare la Parola di Aristotele.
Dunque si diresse al monastero di San Domenico... per ricevere risposte alle sue tante domande.

Arrivò all'enorme portone e abbassò il capo con deferenza.
Fece un gran respiro.
Poi si fece forza e bussò.

"TOC TOC"

E attese.....

Padre Filippo era di passaggio davanti alla porta che dava verso l'esterno del monastero. Si stava recando verso lo scriptorium quando senti bussare dall'esterno. Fermò i suoi passi e dirigendosi verso la soglia della propria casa spirituale si domandava chi potesse essere. Aprì così la pesante porta di legno e ferro facendo entrare quella leggera brezza gelida che preludeva l'arrivo imminente dell'inverno. Fisso l'uomo con la testa china fermo all'esterno e disse con voce pacata:

"Pax et bonum fili mi! Cosa vi porta alla povera casa dei frati Domenicani?"

Attese qualche istante cercando di non far palesare il gelo che gli attanagliava i piedi con i sandali.

Con un cigolio il grande portone si aprì.

"Pax et bonum fili mi! Cosa vi porta alla povera casa dei frati Domenicani?" - disse una voce pacata e serena.

Controluce alzò leggermente il capo.
"Pace e bene a voi ed ai vostri fratelli, padre.
Il mio nome è Controluce, capofamiglia del casato Patrizio degli Angeli.
Sono un devoto fedele aristotelico.
Giungo dalla città di Massa in pace.
La mia anima è piena di domande.
Domande spirituali e filosofiche.
La mia mente imperfetta ha ritenuto che questo fosse il posto giusto per cercare le risposte".

Detto questo, abbassò nuovamente il capo e rimase in attesa.

Oh, Buona sera fratello!

Padre Luciano accolse Controluce Degli Angeli, con una mano sulla spalla.
A breve consulterò il Rettore, affinché vi sia donata una stanza inutilizzata, in cui sarete sempre benvenuto.

Mi piacerebbe conoscervi bene.
In un certo senso, mettere alla prova la vostra preparazione.
Quindo io giunsi in questo loco un poco di tempo fa, pensavo di conoscere ed anche bene la Parola, ma scoprii che l'unica cosa che so, è di non sapere: tali sono le conoscenze raggiunte in Francia o dai nostri fratelli Teologi.

M'auguro che un giorno anche voi potrete vantarvi di "sapere di non sapere"; ovvero di conoscere molte persone di grande saggezza, e potere imparare da questi.

Controluce lasciò che la mano di padre Luciano lo guidasse all'interno dell'imponente ed austero edificio.

"Vi ringrazio per l'accoglienza padre,
e non vi disturbate troppo per la stanza... è sufficiente un pò di paglia ed un orinale.
Fortunatamente non ho il vizio del lusso... e nei miei lunghi viaggi ho imparato i pregi di usufruire solamente dello stretto necessario.
Sarò lietissimo di discutere con voi della Parola... ma come ho detto poc'anzi al vostro Fratello... sono in cerca di risposte... dunque temo che la mia preparazione e la mia competenza siano assai limitate."

Pascal pensava: "Lusso? Le celle domenicane si compongono di un tavolo di legno con un cassetto, una sedia di legno, un appendiabiti, ed il letto (di legno)."

Ma no, penso che le nostre celle siano ideali per lo studio e la meditazione. Come vorrete studiare in un pagliericcio?
Mi piacerebbe molto conoscere la vostra preparazione sull'aristotelismo, non lo nego.
Il contatto per parlare in privato, lo avete.

Ora, sentitevi libero di visitare le aule del Monastero. Giunto il Rettore o l'Abate, avrete anche voi i vostri spazi.

Il frate ascoltò le parole del nuovo giunto e quando Don Luciano si inserì tra i due, egli ascoltò con doveroso silenzio.

"Caro figliuolo, posso offrirvi qualcosa nel refettorio per ristorarvi con del cibo e rifocillare le vostre capacità intellettive con un buon saggio? Se volete posso mettermi a vostra disposizione. Spero, visto che passerete del tempo con noi, sappiate cogliere l'essenza della quiete e della contemplazione che regna in questo luogo. Noi vi accogliamo a braccia aperte. Ah, non vi spaventate se ogni tanto, girando per il convento o per le campagne circostanti, vedete dei frati parlare con se stessi, in realtà rivolgono le loro preoccupazioni e le loro preghiere direttamente all'Altissimo. Qui la natura e la tranquillità elevano lo spirito e tramite essi possiamo tentare di raggiungere il significato più vero della nostra fede, l'amore!

Prego, vi accompagnerò dove vorrete. Io sono Padre Filippo Benedetto!"

Controluce rispose con estrema cortesia a padre Luciano:
"Uso molto poco gli strumenti stregoneschi (MSN). Tuttavia sono sicuro che ci saranno molte occasioni per poter parlare privatamente nei numerosi luoghi di questo illuminato luogo."

Si congedò da lui con un inchino e seguì il suo Cicerone, padre Phil, verso il refettorio ponendo spesso domande sulla tal statua o sul tal dipinto che incontrava lungo il cammino.
Ad ogni passo respirava la pace e la serenità di quel luogo.
E il suo cuore turbato ne fu rasserenato.

Era stata assegnata una stanza a Controluce, in Foresteria.
Era il luogo ideale per coloro che non avevano preso i voti.
Il luogo era più confortevole, e leggermente odoroso di buono.

Li, i Fratelli avrebbero potuto dialogare con lui.