Era una giornata di quelle uggiose che intristirebbero chiunque, l'autunno ormai non lasciava scampo.
Atena guardava il bosco dalla finestra della sua celletta, aveva appena finito le lodi della terza ora e il bosco era un richiamo irresistibile per lei.
Si cambiò d'abito indossò la sua tenuta da caccia, infilò i suoi stivali di cuoio e prese con se la sacca a tracolla, quasi sgattaiolò via dal portone del Monastero.
In breve tempo si trovò tra i fitto degli alberi, respirava a pieni polmoni quell'aria pura sebbene umida, amava il profumo del bosco, fatto di muschio, felci, terra, alberi umidi e foglie in decomposizione.
Si guardava intorno, non aveva portato con se arco e frecce arrivando al monastero, solo un piccolo coltellino che teneva sempre nella bisaccia ma di sicuro cacciare in quel bosco non era consentito, cercava altro Atena quel giorno, ed ecco i primi ricci per terra, un gruppo di castagni donavano alla terra i loro frutti.
Trovò inequivocabili segni di cinghiali, sarebbero rimaste ben poche castagne se non ne avesse raccolte, appoggiò la bisaccia a terra e si chinò a prenderle a volte aprendo i ricci non del tutto schiusi.
La bisaccia fu presto piena, la rimise a tracolla e si sedette su un sasso che spuntava dal morbido terreno restando ferma ad ammirare la magnificenza della natura.